La chiesa di Santa Sabina sull'Aventino

La chiesa di Santa Sabina sull'Aventino rappresenta l’apice nell'architettura religiosa di Roma. Costruita tra il 422 e il 432, incorporando i resti di precedenti edifici, essa esemplifica sia nella pianta che nelle proporzioni la nuova basilica tipica di Roma nel V secolo, ben diversa da precedenti varianti del genere rappresentato da San Clemente. Contemporaneamente, per l'eleganza del progetto e per la ricchezza della decorazione, Santa Sabina partecipa proprio degli inizi della rinascita classica dei tempi di Sisto III. Le ventiquattro colonne della navata, i capitelli corinzi e le basi, si ritiene siano state tolte da un edificio del II secolo, ma sono state scelte con amorevole cura in modo che corrispondessero in ogni particolare. 
Il rivestimento marmoreo dei pennacchi presenta con bellissimo disegno calici e patene, insegne di Cristo; i fregi a racemi dipinti nelle navatelle sono vigorosi ed eleganti, mentre lo splendore della decorazione originaria della navata si coglie ancora nel pannello monumentale in mosaico della tacciata interna con la sua iscrizione dedicatoria. Le pareti laterali della navata centrale sostenevano palesemente mosaici al di sopra del rivestimento marmoreo dei pennacchi, ma tutto questo splendore è applicato a una pianta comune e semplice, anche se del nuovo tipo, che si riscontra a Roma intorno al 420. La navata mediana è straordinariamente alta, lunga e stretta, con la sua slanciata eleganza accentuata dalla strettezza e dalla lunghezza delle navate laterali, e messa in risalto dalla luce. Arcate di tredici luci per ogni lato della navata guidano rapidamente l'occhio dall'ingresso all'abside; gli archi ravvicinati passano agevolmente da una all'altra delle alte colonne. Enormi finestre, larghe 8 piedi romani, alte 146 distanti fra di loro solo 4, si aprono nei muri della navata in corrispondenza ognuna dell’intercolumnio sottostante, altre tre si aprono nell'abside e cinque sulla facciata, queste ultime forse a sostituire un'originaria finestra a cinque archi. Tutte insieme le trentaquattro finestre inondano di luce la navata; ma è presumibile che questa luce venisse filtrata attraverso pannelli di mica fissati in graticci di stucco. Le navatelle per contro restavano senza finestre e buie, e dalle navate solo le porte permettevano di comunicare col nartece e l'atrio antistante.