L'architettura cristiana dopo Costantino


Questo quadro può essere completato attraverso lo studio della città di Milano e quella di Ravenna; entrambe emergono tra il IV e VI secolo per ragioni legate a momenti storici, Milano non era sconosciuta quando Costantino assume il controllo, era stata sede dell’augusto Massimiano ed aveva avuto una attività edilizia intensa (con il palazzo imperiale), in questo momento diventa una città che comincia a rivaleggiare con Roma (almeno dal punto di vista strategico perché è posta più a nord e si oppone ai popoli barbari), questa posizione geografica determina la decisione di spostare la capitale dell’impero romano d’occidente dal Roma a Milano nel 353. L’ascesa al potere di Teodosio I nel 379 segna l’unione tra l’impero d’occidente e d’oriente e viene scelta come capitale Milano con imperatore Teodosio I, fortemente coadiuvato da Sant’Ambrogio (che si stabilisce nel 373 a Milano), l’attività edilizia è intensa e vede la costruzione di numerose chiese, le quali in parte riprendono moduli costruttivi già usati e nello stesso tempo introducono una serie di elementi innovativi planimetrici e per quanto riguarda i sistemi costruttivi, influenzando l’architettura ravennate e quella d’oriente (egea in particolare), questo perché dopo Ambrogio si susseguono una serie di vescovi che provengono dall’oriente, che portano con se una serie di usi e costumi; si tratta di una città che elabora ed assorbe le influenza che arrivano.
Questo momento di splendore per Milano si protrae fino al 402, quando l’imperatore Onorio (figlio di Teodosio I) è costretto a trasferire la capitale a Ravenna, perché Milano era diventata una città insicura (per via delle pressioni dei barbari) e invece Ravenna offriva maggiore sicurezza (malgrado terreno acquitrinoso) perché formato da un’insieme di isole che comunque consentivano la fuga verso l’oriente (questa idea era già stata pensata dai romani, tanto che durante Augusto vi aveva posto la flotta che proteggeva l’impero d’oriente).
Così viene fermata l’avanzata dei popoli barbari, che consente di attuare una successione all’impero senza grandi preoccupazioni perché Onorino muore nel 425 ma senza eredi, ha solo una sorella il cui figlio aveva cinque anni e quindi si decide di porre al trono Valentiniano III sotto la guida della madre Galla Placidia.
Nel 425 Galla Placidia diventa reggente, mantenendo il ruolo fino alla morte perché l’influenza sul figlio fu notevole, seppe governare con grande diplomazia, sacrificando anche parte della sua vita.
Quando si stabilisce a Ravenna inaugura un momento importante per la storia  dell’architettura, forte di questa tradizione milanese e costantinopolitana e anche disponendo di risorse economiche, promuove un’attività edilizia notevole che risente delle doppie culture che la caratterizzavano la sua personalità; le tracce di questa architettura influenzeranno quella successiva, in particolare le esperienza orientali (l’esperienza milanese invece influenzerà particolarmente l’architettura carolingia).

Per capire bene queste due città dobbiamo fare di nuovo un riferimento a Costantinopoli (che supera ormai l’antica Roma), infatti sia a Milano che a Ravenna la città di Costantinopoli viene sempre presa come punto di riferimento. Con la morte di Costantino la città era dotata di un piano urbano molto funzionale, una città le cui parti erano strettamente connesse da un tessuto viario molto efficiente, che collegava direttamente il palazzo con le mura della città (questo legame sia attua attraverso il mesé, per arrivare poi al Philadelphio, dove le strade si biforcano, da una parte si arriva alla porta d’oro e dall’altra il proprio mausoleo; Costantino infatti aveva collocato lungo la via una serie di strutture pubbliche in maniera da attirare la popolazione verso occidente). Il figlio Costanzo II aveva dato un forte impulso all’attività del padre non solo curando la sistemazione delle vie ma anche la stessa Santa Sofia. In seguito l’imperatore Giuliano l’apostolo costruisce un nuovo porto (con dei magazzini annessi, chiamati horrea), il che permetteva l’attracco delle navi che portavano il grano da Alessandria (in seguito anche Teodosio costruisce il porto di Teodosio); la stessa cosa era avvenuta a Roma con il porto di Traiano. Insieme con questa sistemazione portuale viene anche sistemato quello che Costantino aveva visto con grande lungimiranza, ovvero il fatto di creare una serie di strutture che potessero aumentare la densità di popolazione verso le mura; per questa ragione Teodosio costruisce il suo foro, come fa anche Marciano.
Questo graduale spostamento determina la necessità di ampliare il perimetro delle mura, quindi Teodosio II nel 411 decide di posizionare una nuova cinta più ad occidente; queste mura rimane ancora oggi e collegano il Mar di Marmara con il Corno d’oro a nord, anche la porta aurea viene spostata e la vecchia viene chiamata porta saturnino (un patrizio romano). Questo tracciato di città caratterizzato dalle mura poderose rendono la città inespugnabile, non a caso era una cinta come quella aureliana ma doppia. Questo ricordo della città formata da questi nuclei è quella che gli occidentali portano alla memoria quando tornano a Milano e Ravenna, come accade con Galla Placidia, a Ravenna, dove è presente una poderosa cinta muraria sulla quale si trovano delle porte che hanno lo stesso nome di quelle di Costantinopoli.

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