Costantino a Costantinopoli


Quando Costantino decide di fondare Costantinopoli insieme alle opere di carattere pagano, pensa di dover anche costruire edifici di carattere cristiano che testimoniassero questa doppia personalità che vede da una parte una vocazione laica e dall’altra una cristiana; il carattere della città era fortemente pagano perché la tradizione era molto consolidata (anche l’azione esercitata dai cristiani era poco intensa), quando Costantino giunge a Costantinopoli (ucciso il rivale), trova una città profondamente pagana una città nata da una colonia di megaresi e sin dal momento del loro approdo avevano creato tutta una serie di infrastrutture religiose che in parte commemoravano lo sbarco e successivi templi che portano nomi di divinità greche. 
Ben presto questa città si era delineato una configurazione urbana simile a tante altre città dell’epoca in cui era visibile l’acropoli (che costituiva il polo religioso, concentrato sulla punta), poi una parte commerciale (che era il tetraplon, un’area racchiusa da quattro portici, che aveva una funzione di foro anche se al tempo costituiva l’agorà civile), mentre l’agorà commerciale era lo strateghion, un’area vicina ai due porti di carattere militare e commerciale (il bosporion ed il neorino). Era una città già delineata e che era stata fortificata da una cinta muraria il cui percorso non è stato chiarito. 
La città era poi stata risistemata e romanizzata da Septimio Severo tra il 193 ed il 196, che aveva cambiato assetto dovuto al fatto che il centro cittadino si sposta intorno al tetraston, con la collocazione della basilica e dell’ippodromo, che servono a denunciare la presenza romana a Costantinopolo.
Quando Costantino decide di fondare la sua città definisce un piano urbano molto preciso, prevede la costruzione di un palazzo imperiale, che viene costruito secondo i canoni che abbiamo espresso, utilizzando la preesistenza dell’ippodromo, collegando questo palazzo imperiale con il suo mausoleo; quindi crea un sistema stradario che serve sopratutto a collegare il palazzo con il mausoleo, che si trova ad una certa distanza (il mausoleo, dopo la morte di Costantino diventerà la chiesa dei Santi Apostoli, ricostruita poi in età giustinianea).
Per collegare il palazzo imperiale con il suo mausoleo riutilizza il mesé, il quale prolunga fino a raggiungere il Philadelphio (una piazza immensa di grande rappresentanza con grandi strutture statuarie), dove la strada si dirama in due vie che portano alle porte principali delle mura, che lo stesso Costantino costruisce come limite della città. Tra la città vera e propria e la cinta muraria esisteva un’ampio spazio disabitato, tuttavia Costantino era fiducioso nella crescita della città e per questo aveva collocato dei poli che potessero essere da traino all’espansione della città; colloca il proprio foro circolare, sottolinea l’incrocio tra le strade attraverso la costruzione di un tetrapilo.
Allo stesso tempo Costantino cerca di dare alla città un’immagine cristiana, tuttavia la non ebbe molto tempo per fare il costruttore di chiese perché impegnato in un progetto di espansione della città.
A parte la chiesa di Sant’Irene e la chiesa dei Santi Apostoli non realizza altre architetture religiose, fu suo figlio Costanzo II che si occupa di portare a termine le idee che il padre voleva attuare dal punto di vista cristiano, per questa ragione promuove la costruzione della prima chiesa di Santa Sofia, costruita da Costanzo II intorno al 350 d.C., questa chiesa si muove ancora sulla scia delle esperienze costantiniane ed è una costruzione che risente fortemente di questi modi compositivi che abbiamo sottolineato a proposito di San Giovanni in Laterano e San Pietro a Roma.

  • La chiesa di Santa Sofia di epoca costantiniana