La chiesa di San Lorenzo a Milano


Legata fortemente alla figura di Sant’Ambrogio è la chiesa di San Lorenzo a Milano, che è certamente uno degli edifici più celebri dell’epoca (anche se l’interno venne modificato nel VI secolo, cambiandone il senso spaziale). Questa chiesa sorgeva lungo una via porticata (come in tutte le città imperiali) e il grande atrio separava la chiesa dalla strada porticata (un’atrio porticato che evoca la facciata dei grandi palazzi imperiali, in particolare quello di Diocleziano a Spatalo); la chiesa originale è una chiesa tetraconda (ovvero è formata da quattro absidi), il nucleo centrale è circondato da un deambulatorio che si sviluppa al piano terra ed al piano superiore (formano delle gallerie), le due parti comunicano con il nucleo centrale mediante quattro ampie esedre formate da cinque arcate che si aprono lungo la costruzione principale; negli angoli, dove sono sistemati i quadrati, sono occupati da quattro torri. Il nucleo centrale era coperto da una grande volta a crociera che poggiava su un tamburo quadrato; secondo altri forse vi era una cupola, anche se l’ipotesi più probabile è quella della volta a crociere.
L’edificio attuale si presenta come un’ottagono in quanto i sostegni sono stati trasformati formando dei pilastri allungati che trasformano il quadrato in ottagono e in conseguenza anche in alzato il muro quadrato è diventato ottagonale e la cupola è diventata una volta a padiglione a spicchi.
Una caratteristica fondamentale dell’edificio è il senso delle masse, il quale è un’aspetto innovativo rispetto alle architetture che abbiamo incontrato, questa chiesa segna l’avvio verso questo nuovo orientamento verso i volumi e la consistenza fisica dell’edificio, elementi che qui appaiono ancora in sordina ma che ben presto cominceranno a manifestarsi nella loro pienezza in tutta l’architettura alto medioevale fino ad arrivare all’avvento del romanico. Probabilmente questo senso delle masse che si avverte in questa costruzione è dovuto ai rapporti Sant’Ambrogio aveva con il mondo Germanico, dove in questo momento si costruiscono architetture che esaltano i valori di massa (come nella basilica costantiniana di Treviri, nella quale si aggiungono una serie di torri, tese ad esaltare questo effetto del volume).
Nel nostro caso le masse poste agli angoli tendono a modificare una disposizione tradizionale legata all’edificio a pianta centrica, cioè in un’edificio a pianta centrica l’asse centrale è quello dominante (quello intono a cui si radunano le parti circostanti), mentre qui la compresenza di altri elementi verticali ai lati tendono a togliere enfasi alla preminenza dell’asse centrale; gli architetti cercano di trovare un’alternativa al dominio di una sola asse, questa compresenza di assi verticali saranno molto usati nell’architettura romanica, ancora in questa fase i vari volumi sono tra di loro staccati (non formano quindi una composizione organica e tendono a denunziare un problema, senza però risolverlo pienamente dal punto di vista figurale).
L’interno attuale mostra di come potesse essere la spazialità della chiesa del IV secolo, infatti anche a quel tempo c’erano le esedre aperte verso il vano centrale e certamente la percezione del visitatore è molto vaga e dinamica, perché appunto catturato da una serie di prospettive variegate ma chiare, cioè il visitatore è in grado, per via della chiarezza delle strutture (che non sono invase da mosaici colorati), di percepire la logica strutturale dell’edificio (diversamente dall’oriente dove anche nelle chiese giustinianee ci sono superfici molto decorate e il visitatore non può comprendere immediatamente la logica strutturale, in quanto sembra che le pareti scorrano le uno nelle altre senza definire un volume chiaro); qui invece gli spigoli sono fortemente marcati ed il vano si sviluppa in tutta la sua terza dimensione (il mondo bizzantino tende invece ad appiattire l’immagine dell’edificio). A partire da questo momento l’elemento massa viene sempre di più esaltato, San vitale a Ravenna è erede di questa concezione, nell’intento principale della chiesa è quindi quello di esaltare la massa piuttosto che il colore.
Il battistero presenta una struttura antica, interessante per la costruzione della volta a padiglione, costruita interamente in mattoni e che riprende le tecniche costruttive delle isole egee, ovvero le volte sono realizzate attraverso la giustapposizione di cerchi concentrici di mattoni, fino a raggiungere il culmine (ribadendo questa apertura di Milano verso altri mondi).
L'edificio sorgeva fuori delle mura cittadine, per cui è difficile che sia stata la normale chiesa di una comunità, non si ha notizia che qualche reliquia venerata, e la tarda dedicazione a San Lorenzo esclude l'eventualità che sia stato fondato come martyrium. Tuttavia sorge vicino al palazzo imperiale, ed è quindi possibile che sia stato costruito sotto Aussenzio come chiesa di corte per gli imperatori (tutti ariani fino al 379) nella cattolica Milano.