San Pietro in Vaticano (chiesa costantiniana)


La chiesa (o meglio martyrium) di San Pietro in Vaticano (probabilmente risalente al 324) presenta caratteristiche sia per impianto che per tecnica costruttiva simili a San Giovanni in Laterano ma se ne differenzia per alcune caratteristiche (che lasciano tracce nell’architettura successiva), mentre San Giovanni in Laterano elabora un tipo ma non trova una grande imitazione, San Pietro diventa una architettura di riferimento costante (sopratutto per motivi ideologici, costituiva l’esempio da imitare a tutti i costi). Nella chiesa del papa, autorità massima in campo religioso, troviamo i caratteri già riscontrati (la suddivisione in navate attraverso l’articolazione dei sostegni) però rispetto a San Giovanno presenta l’aggiunta del quadriportico che precede la chiesa, questo quadriportico è preceduto da una scalinata che porta ad uno dei lati del porticato che prende il nome di esonartece; si entra in questo grande atrio (o paradisus) a si arriva all’edonartece (luogo dove sostavano i catecumeni) attraverso un’altra scalinata. Si arriva poi all’interno della chiesa la cui spazialità non differisce da quella di San Giovanni in Laterano, però il movimento cinetico (dall’ingresso all’altare) subisce qui una sorta interruzione dovuta alla presenza del transetto continuo (ovvero non presentava divisioni al suo interno se non alle estremità), un volume che si evidenzia con tutta chiarezza e che all’interno non presenta alcuna suddivisione, creano uno spazio molto amplio dedicato al clero. Il transetto era separati dalla navata principale da un grande arco di trionfo, mentre dalla navate laterali era separato da un diagramma di colonne, sull’asse della navata centrale il transetto si apriva in un’immensa abside.
Entrando nella navata principale il visitatore si trovava di fronte ad un’ampio vano rettangolare, sorretto da ventidue grandi colonne di dimensioni, capitelli ed architrave completamente diversi gli uni dagli altri (in quanto tutti elementi di spoglio), al di sopra un doppio ordine di affreschi con le storie del vecchio testamento; per le navate laterali (come a San Giovanni in Laterano) si trovavano colonne su alti plinti, che reggevano una serie di archi La maggiore ampiezza si manifestava anche con una fastosità inusuale, l’altare corrispondeva all’edicoletta sopra la tomba del santo. Tutt’intorno si trovano tutta una serie di edifici sepolcrali che attestano la sistemazione precedente di un cimitero.
Questo posizionamento della tomba determina un’orientamento particolare della chiesa, il transetto continuo (che non ha divisioni interne), ha uno sviluppo in altezza uguale a quello centrale; questo transetto orientano ad ovest insieme all’abside è determinato dalla presenza dell’altare, segnando una sorta di eccezione rispetto alle architetture successive, perché subito la morte di Costantino le chiese cambiano orientamento (cioè l’altare si trova sempre ad oriente), questo è dovuto al fatto che durante il IV secolo c’è un cambiamento di liturgia, prima il sacerdote doveva guardare verso est dando le spalle ai fedeli, dopo Costantino si assiste a questo cambiamento, non troviamo più chiese orientate ad ovest, se non quella di San Pietro. E’ singolare che a partire dalla metà del IV secolo tutte le chiese sono orientate in un certo modo; dopo quattro secoli in seguito all’idea della renovazio imperi (sopratutto con Carlo Magno) ritorna nuovamente in auge la chiesa orientata ad ovest (come San Pietro), tale rimando al mondo costantiniano era talmente forte da volerlo riproporre in una maniera molto diretta, quindi tutte le chiese carolingie sono orientare ad ovest è esclusivamente per un motivo ideologico (come anche accade nell’architettura ottoniana).
Con una lunghezza della navata di 90 metri ed una larghezza di 64 la chiesa era pronta ad accogliere le folle di fedeli, ma non solo perché la sua funzione era anche quella di cimitero coperto, in quanto molte persone volevano essere seppellite a fianco del principe degli apostoli, tanto che vennero costruite anche strutture funerarie esterne, come la tomba degli Anicii
La chiesa quando nasce non ha una cripta, in seguito viene costruita e diventerà un riferimento per tutte le architetture successive (infatti le prime chiese carolingie imitano anche la cripta di San Pietro), la cripta fu aggiunta successivamente occupa tutto la spazio circolare sottostante la zona dell’altare, l’inserimento della cripta comporta il rialzamento del pavimento del presbiterio, le conseguenze dal punto di vista spaziali sono considerevoli perché la differenza di pavimenti interrompe la monotonia delle parti. 
Questo scavo viene introdotto dinnanzi ad una necessità urgente, ovvero dinnanzi alle minacce delle invasioni barbariche (sopratutto Ostrogoti in questa fase), si rese necessario proteggere le reliquie che stavano all’esterno della città portandole all’interno. Nel 604 il papa decide di costruire la cripta, che prende il nome di semianulare perché forma una forma ad anello sotterraneo (riprendendo il profilo dell’abside), questo tipo di cripta è relativamente semplice e avrà molta fortuna nelle chiese contemporanee ed in quelle successive.
La difficoltà di collocare questi ambienti sotterranei non incoraggiava molti costruttori, quando le reliquie divennero numerose la diffusione fu resa necessaria; coloro che non potevano scendere nella cripta potevano guardare le reliquie dalla zona dell’altare, perché c’era una sorta di foro che lasciava vedere la tomba e la zona sottostante.
Roma in questo periodo era meta di pellegrinaggi, tanto che la zona intorno alla chiesa richiese numerose variazioni dovute alla collocazione di numerosi ospizi ed ospedali, addirittura certe monarchie creano dei centri di raccolta per i pellegrini che venivano a Roma; il VI secolo è il culmine di questa prassi religiosa e vede la formazione di un nucleo (l’attuale Vaticano) su cui poi si imposta lo sviluppo dell’area successiva. In seguito Giulio II decide di costruire una nuova chiesa, smantellando la precedente.