Santa Croce


Grandi diversità che si notano nell'architettura costantiniana delle chiese, con piante che variano a seconda delle consuetudini locali, si accentuano ancora di più quando si tratta di chiese non destinate ad una normale comunità. A Roma, nel Palazzo Sessoriano, la Casa imperiale, o forse la stessa madre dell'imperatore, Elena, fece costruire Santa Croce in Gerusalemme come cappella palatina e probabilmente lei stessa donò alla chiesa una reliquia della Vera Croce. A questo scopo fu trasformata una vasta sala rettangolare del 200 circa: fu aggiunta un'abside a uno dei lati brevi e l'interno fu diviso nella parte alta da due pareti trasversali parallele, sostenute da archi, presumibilmente tre, poggianti su colonne binate. La soluzione risponde al concetto e alla funzione di cappella di corte: assai monumentale, i suoi tre vani trasversali (stretto, ampio, stretto) si prestano a una successione di tre spazi distinti, per la servitù, per la corte e per l'altare, col clero che presiede nell'abside.